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domenica 27 ottobre 2019

STEP#4:Citazioni

1)Dopo una ventina di minuti, vedevamo sorgere a destra la torre quadrata del malaugurato edificio nel quale dovevamo passare tanto tempo. Svoltammo il ponte, passammo tra mezzo alla folla, infilammo il viottolo tortuoso a sinistra e, dopo pochi passi, ci trovammo alla porta del reclusorio di Finalborgo. L'entrata è quella di un portone qualunque. Non dà l'impressione di una tomba di vivi, neppure pensando alle sentinelle di guardia. Ci si tolsero i ferri tra due cancelli che inchiudono l'ufficio del capoguardia e ci si domandò se avevamo bisogno di qualche cosa.

Paolo Valera, Dal cellulare a Finalborgo, Milano : Tipografia degli operai, 1899, pp. 32

2)Il "bugliolo" è il recipiente di legno con coperchio del liquido puzzolente. Scoperchiandolo, vi sentite in faccia la tanfata pestifera delle uova putrefatte. Il "pitalone" delle altre camerate è un enorme mastello che rimane negli angoli e passa per i corridoi come una cloaca. Nel reclusorio di Finalborgo non ci sono latrine! Quando si vuotano e passano dinanzi i cancelli, si è come in mezzo ai bonzoni dei pozzi neri che si scaricano.

Paolo Valera, Dal cellulare a Finalborgo, Milano : Tipografia degli operai, 1899, pp. 43

3)La notte dal 26 al 27 novembre una libecciata terribile devastò la sponda ligure e recò
gravi danni in mare e in terra. A Finalborgo furono schiantati alberi, trasportati dal vento comignoli
e tetti; il camino della caldaia a vapore del Reclusorio di Finalborgo venne spezzato a metà, cadde
sull'infermeria del carcere, sprofondò il tetto e, per prodigio, non schiacciò nei loro lettini gli
ammalati. Al mattino si celebrò il fatto doloroso, con le strofe di don Albertario:
[...]
Le navi trottolâr nell'oceáno,
E in un baleno l'inghiottisce il gorgo;
Crollano torri e case; a Finalborgo
Del fornello il camin vien raso al piano.

O cielo di Liguria, o mar Tirreno,
E quando l'aure e l'onde tue saranno
Serene e quete ed avrà fine il danno
Orrendo inflitto al dolce lido ameno?
[...]
Paolo Valera, Dal cellulare a Finalborgo, Milano : Tipografia degli operai, 1899, pp. 99-100

domenica 20 ottobre 2019

STEP#3:Un libro



Giornalista, scrittore verista italiano, Paolo Valera fu molto attivo politicamente trovandosi ad affrontare diversi anni di carcere. Questi anni lo segnarono profondamente, fino al punto di sentire il bisogno di raccogliere vicende e fatti vissuti durante la prigionia. Come lui stesso afferma:
"Ho sempre avuto la fortuna di trovare sul cammino della vita dei simpatizzatori o delle persone che mi volevano bene prima di conoscermi. Al Cellulare, nello stanzone di "carico e scarico", mi si registrava e mi si salutava come un personaggio di casa. Mi si ricordavano episodi della mia vita cui io avevo completamente dimenticati. Come quello di essere stato alloggiato in una cella come scrittore scollacciato o come un égoutier della penna."


Questo libro è la raccolta delle vicende da lui raccontate e che si sviluppano principalmente nel carcere di Finalborgo. Il luogo turistico e appagante che si è soliti immaginare viene quindi visto da tutt'altra prospettiva.