Paolo Valera, Dal cellulare a Finalborgo, Milano : Tipografia degli operai, 1899, pp. 32
2)Il "bugliolo" è il recipiente di legno con coperchio del liquido puzzolente. Scoperchiandolo, vi sentite in faccia la tanfata pestifera delle uova putrefatte. Il "pitalone" delle altre camerate è un enorme mastello che rimane negli angoli e passa per i corridoi come una cloaca. Nel reclusorio di Finalborgo non ci sono latrine! Quando si vuotano e passano dinanzi i cancelli, si è come in mezzo ai bonzoni dei pozzi neri che si scaricano.
Paolo Valera, Dal cellulare a Finalborgo, Milano : Tipografia degli operai, 1899, pp. 43
3)La notte dal 26 al 27 novembre una libecciata terribile devastò la sponda ligure e recò
gravi danni in mare e in terra. A Finalborgo furono schiantati alberi, trasportati dal vento comignoli
e tetti; il camino della caldaia a vapore del Reclusorio di Finalborgo venne spezzato a metà, cadde
sull'infermeria del carcere, sprofondò il tetto e, per prodigio, non schiacciò nei loro lettini gli
ammalati. Al mattino si celebrò il fatto doloroso, con le strofe di don Albertario:
[...]
Le navi trottolâr nell'oceáno,
E in un baleno l'inghiottisce il gorgo;
Crollano torri e case; a Finalborgo
Del fornello il camin vien raso al piano.
O cielo di Liguria, o mar Tirreno,
E quando l'aure e l'onde tue saranno
Serene e quete ed avrà fine il danno
Orrendo inflitto al dolce lido ameno?
[...]
Paolo Valera, Dal cellulare a Finalborgo, Milano : Tipografia degli operai, 1899, pp. 99-100
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