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domenica 27 ottobre 2019

STEP#6:Il nome del luogo

Finalborgo deriva da Burgum Finarii, una terra di confine (ad fines) al tempo dei romani. Rinchiuso da mura medievali ancora ben visibili, con torri semicircolari, Finalborgo rappresenta la "Porta per il Medioevo" nel vero e proprio senso della parola.

Nel 1186, Enrico il Quercio si insediò nei pressi della montagna, per difendersi dai continui attacchi saraceni  via mare, nelle vicinanze del cosiddetto "Oltregiogo". Nacque così il Burgum Finarii, cioè il centro fortificato situato in posizione strategica tra i fiumi Pori e Aquila. Rifatto più volte, rimase per molto tempo sotto il marchesato dei Del Carretto e si fortificò e si ampliò fino a giungere nella Val Bormida. Con le mura di cinta, distrutte nel 1440 e poi rifatte in seguito nel 1450, il Borgo conserva lo stile caratteristico delle strutture Quattrocentesche. 
A partire della sue "Porte":
  1. Porta Reale
  2. Porta Romana
  3. Porta Testa
  4. Porta Mezzaluna
e anche per quanto riguarda i "Palazzi":
  1. Palazzo del Municipio
  2. Palazzo Cavassola
  3. Palazzo Gallesio
  4. Palazzo Brunengo
  5. Palazzo del Tribunale
  6. Palazzo Messea e Palazzo Arnaldi
  7. Palazzo Chiassari
Porta Reale


Palazzo del Tribunale


Oltre a Finalborgo, ci furono altri centri che costituirono il nuovo marchesato come:
  1. Finalmarina, che deriva da Ripa Maris Finarii, con i suoi cantieri navali
  2. Plebs Finarii, prima struttura religiosa altomedioevale
(Storia completa al link: Burgum Finarii)

STEP#5:Il mito


Percorrendo la statale tra Capo Noli e Finale si può ammirare il maestoso e simbolico "Leone del Malpasso". Risultato di fenomeni naturali, è il protagonista di una storia di amore e di ego umano.

Si narra che:
"Molti secoli un fa, un prode marinaio della Repubblica di Noli si imbarcò verso l'attuale Marocco incuriosito da una bestia tipica di quelle zone:il leone. Quando finalmente giunse in Africa e si imbatté in uno di questi felini, rimase colpito e decise di catturarne uno a tutti i costi. Dopo aver arruolato alcune persone con lui, andò a caccia dell'animale così tanto desiderato. Passarono parecchi giorni, ma dopo molti sforzi riuscirono a catturarne uno vivo e a caricarlo con loro per il ritorno in patria. Arrivato a casa decise di mostrare il suo bottino di caccia ai parenti e agli amici, ma durante tutte queste visite il leone non smetteva mai di ruggire verso la sua terra natia dove la sua altra metà faceva lo stesso. Così una notte distrusse la gabbia in cui era rinchiuso e andò verso la scogliera dove continuò a ruggire incessantemente per molti giorni. A tal punto un mago nei vicini dintorni, innervosito dal continuo lamento dell'animale, lo pietrificò per farlo tacere per sempre"
Ora passando di li lo si può ammirare sconsolato e rivolto verso il mare in cerca del suo amore. Si dice anche che nelle giornate in cui il vento soffia molto forte e molte velocemente si possono udire le risposte e i lamenti della leonessa dall'altra parte del mar.

(Storia completa al link: Il leone del Malpasso)