domenica 27 ottobre 2019

STEP#7:Un film

LA SPIAGGIA


La spiaggia è una commedia del 1954, diretto da Alberto Lattuada con Anna Bassi e Mara Berni. Nel film vengono citati due paesi: "Potorno" e "Terrazzi", inventati dal regista prendendo spunto dai paesi realmente esistenti di Spotorno, Varigotti e Finale. La storia ha come protagonista una giovane donna di nome Anna, che decide di andare in vacanza in una località marittima con sua figlia Caterina. Tutto sembra procedere normalmente fino a quando Anna non conosce un ricco signore che la condurrà sulla passeggiata e da quel momento tutti i valori morali e sociali che noi tutti conosciamo vengono ribaltati.

(Trama completa al link:La spiaggia)



IO SONO VERA


Io sono Vera è un film di Beniamino Catena, regista conosciuto per altre riprese come Rosy Abate e Squadra Antimafia. Nel film compaiono giovani talenti del territorio ligure come Manuel Zicarelli e Caterina Bussa. Quest'ultima interpreterà il ruolo della bambina di nome Vera, protagonista del film, che scompare senza lasciare nessuna traccia. Alcuni anni dopo la sua sparizione riapare all'improvviso e da bambina che era si ritrova donna, di circa 30 anni. Inizialmente i medici pensano di essere di fronte ad un caso di invecchiamento precoce, ma la realtà è tutt'altra.

(Trama completa al link: Io sono Vera)


STEP#6:Il nome del luogo

Finalborgo deriva da Burgum Finarii, una terra di confine (ad fines) al tempo dei romani. Rinchiuso da mura medievali ancora ben visibili, con torri semicircolari, Finalborgo rappresenta la "Porta per il Medioevo" nel vero e proprio senso della parola.

Nel 1186, Enrico il Quercio si insediò nei pressi della montagna, per difendersi dai continui attacchi saraceni  via mare, nelle vicinanze del cosiddetto "Oltregiogo". Nacque così il Burgum Finarii, cioè il centro fortificato situato in posizione strategica tra i fiumi Pori e Aquila. Rifatto più volte, rimase per molto tempo sotto il marchesato dei Del Carretto e si fortificò e si ampliò fino a giungere nella Val Bormida. Con le mura di cinta, distrutte nel 1440 e poi rifatte in seguito nel 1450, il Borgo conserva lo stile caratteristico delle strutture Quattrocentesche. 
A partire della sue "Porte":
  1. Porta Reale
  2. Porta Romana
  3. Porta Testa
  4. Porta Mezzaluna
e anche per quanto riguarda i "Palazzi":
  1. Palazzo del Municipio
  2. Palazzo Cavassola
  3. Palazzo Gallesio
  4. Palazzo Brunengo
  5. Palazzo del Tribunale
  6. Palazzo Messea e Palazzo Arnaldi
  7. Palazzo Chiassari
Porta Reale


Palazzo del Tribunale


Oltre a Finalborgo, ci furono altri centri che costituirono il nuovo marchesato come:
  1. Finalmarina, che deriva da Ripa Maris Finarii, con i suoi cantieri navali
  2. Plebs Finarii, prima struttura religiosa altomedioevale
(Storia completa al link: Burgum Finarii)

STEP#5:Il mito


Percorrendo la statale tra Capo Noli e Finale si può ammirare il maestoso e simbolico "Leone del Malpasso". Risultato di fenomeni naturali, è il protagonista di una storia di amore e di ego umano.

Si narra che:
"Molti secoli un fa, un prode marinaio della Repubblica di Noli si imbarcò verso l'attuale Marocco incuriosito da una bestia tipica di quelle zone:il leone. Quando finalmente giunse in Africa e si imbatté in uno di questi felini, rimase colpito e decise di catturarne uno a tutti i costi. Dopo aver arruolato alcune persone con lui, andò a caccia dell'animale così tanto desiderato. Passarono parecchi giorni, ma dopo molti sforzi riuscirono a catturarne uno vivo e a caricarlo con loro per il ritorno in patria. Arrivato a casa decise di mostrare il suo bottino di caccia ai parenti e agli amici, ma durante tutte queste visite il leone non smetteva mai di ruggire verso la sua terra natia dove la sua altra metà faceva lo stesso. Così una notte distrusse la gabbia in cui era rinchiuso e andò verso la scogliera dove continuò a ruggire incessantemente per molti giorni. A tal punto un mago nei vicini dintorni, innervosito dal continuo lamento dell'animale, lo pietrificò per farlo tacere per sempre"
Ora passando di li lo si può ammirare sconsolato e rivolto verso il mare in cerca del suo amore. Si dice anche che nelle giornate in cui il vento soffia molto forte e molte velocemente si possono udire le risposte e i lamenti della leonessa dall'altra parte del mar.

(Storia completa al link: Il leone del Malpasso)

STEP#4:Citazioni

1)Dopo una ventina di minuti, vedevamo sorgere a destra la torre quadrata del malaugurato edificio nel quale dovevamo passare tanto tempo. Svoltammo il ponte, passammo tra mezzo alla folla, infilammo il viottolo tortuoso a sinistra e, dopo pochi passi, ci trovammo alla porta del reclusorio di Finalborgo. L'entrata è quella di un portone qualunque. Non dà l'impressione di una tomba di vivi, neppure pensando alle sentinelle di guardia. Ci si tolsero i ferri tra due cancelli che inchiudono l'ufficio del capoguardia e ci si domandò se avevamo bisogno di qualche cosa.

Paolo Valera, Dal cellulare a Finalborgo, Milano : Tipografia degli operai, 1899, pp. 32

2)Il "bugliolo" è il recipiente di legno con coperchio del liquido puzzolente. Scoperchiandolo, vi sentite in faccia la tanfata pestifera delle uova putrefatte. Il "pitalone" delle altre camerate è un enorme mastello che rimane negli angoli e passa per i corridoi come una cloaca. Nel reclusorio di Finalborgo non ci sono latrine! Quando si vuotano e passano dinanzi i cancelli, si è come in mezzo ai bonzoni dei pozzi neri che si scaricano.

Paolo Valera, Dal cellulare a Finalborgo, Milano : Tipografia degli operai, 1899, pp. 43

3)La notte dal 26 al 27 novembre una libecciata terribile devastò la sponda ligure e recò
gravi danni in mare e in terra. A Finalborgo furono schiantati alberi, trasportati dal vento comignoli
e tetti; il camino della caldaia a vapore del Reclusorio di Finalborgo venne spezzato a metà, cadde
sull'infermeria del carcere, sprofondò il tetto e, per prodigio, non schiacciò nei loro lettini gli
ammalati. Al mattino si celebrò il fatto doloroso, con le strofe di don Albertario:
[...]
Le navi trottolâr nell'oceáno,
E in un baleno l'inghiottisce il gorgo;
Crollano torri e case; a Finalborgo
Del fornello il camin vien raso al piano.

O cielo di Liguria, o mar Tirreno,
E quando l'aure e l'onde tue saranno
Serene e quete ed avrà fine il danno
Orrendo inflitto al dolce lido ameno?
[...]
Paolo Valera, Dal cellulare a Finalborgo, Milano : Tipografia degli operai, 1899, pp. 99-100

domenica 20 ottobre 2019

STEP#3:Un libro



Giornalista, scrittore verista italiano, Paolo Valera fu molto attivo politicamente trovandosi ad affrontare diversi anni di carcere. Questi anni lo segnarono profondamente, fino al punto di sentire il bisogno di raccogliere vicende e fatti vissuti durante la prigionia. Come lui stesso afferma:
"Ho sempre avuto la fortuna di trovare sul cammino della vita dei simpatizzatori o delle persone che mi volevano bene prima di conoscermi. Al Cellulare, nello stanzone di "carico e scarico", mi si registrava e mi si salutava come un personaggio di casa. Mi si ricordavano episodi della mia vita cui io avevo completamente dimenticati. Come quello di essere stato alloggiato in una cella come scrittore scollacciato o come un égoutier della penna."


Questo libro è la raccolta delle vicende da lui raccontate e che si sviluppano principalmente nel carcere di Finalborgo. Il luogo turistico e appagante che si è soliti immaginare viene quindi visto da tutt'altra prospettiva.

sabato 19 ottobre 2019

STEP#2:Le cose

Le cose che puoi trovare


Se vuoi visitare uno dei borghi più belli d'Italia sei nel posto giusto!!
Finalborgo è una perla a pochi passi dal mare che incanta tutti con la sua atmosfera d'altri tempi, sia per quanto riguarda la cucina sia per quanto riguarda il buon vino.





Nella cultura vinicola Finalese si può sicuramente apprezzare il Vermentino, noto vitigno a bacca bianca, e conosciuto anche come Pigato. Vino paglierino, limpido, tendente al giallo con riflessi talvolta dorati e un profumo fruttato alle note di cedro. Si tratta di un vino bianco secco, ottimo durante ogni pasto, ma ideale è l'abbinamento con crostacei e pesce.
(Azienda Agricola La Rocca di Perti)




La rete da pesca: simbolo di sostentamento del popolo Finalese. La pesca ha da sempre rappresentato un tratto caratteristico dell'economia e del paesaggio tipici del luogo.
Costituisce inoltre un motivo di divisione rionale un tempo molto sentita: i bianchi, rione di mercanti, e i neri, rione di pescatori.



Nell'ambito dell'arte finalese non possono non essere citati i "Figuli du Burgu", creazioni in ceramica modellate e dipinte a mano. Oggetto delle rappresentazioni sono spesso i tipici carruggi liguri, ma si possono collezionare piatti e stoviglie che ritraggono gli edifici storici e i paesaggi tipici del finalese.

Il moschettone usato nell'arrampicata: è proprio nel finalese che si concentra quest'attività sportiva, agonistica e non, che attira arrampicatori da tutto il mondo.Le vaste aree carsiche,  caratterizzate da buchi e appigli detti "a goccia", e i panorami offerti dal luogo rendono la destinazione una delle mete più ambite al mondo per gli escursionisti.


Il finalese rappresenta infine un'importante evidenza della frequentazione umana tra il Paleolitico Superiore e l'Età Bizantina. La caverna delle Arene Candide ne è un esempio: la caverna è anche chiamata "del giovane principe", per la ricchezza di ornamenti e oggetti deposti insieme al corpo di un giovane cacciatore(28 000 anni fà). In particolare sono state ritrovate interessanti testimonianze artistiche, tra cui ciottoli dipinti a mano.




domenica 13 ottobre 2019

STEP#1:Il Blog, il Luogo

DESCRIZIONE

Finalborgo è uno dei 3 grandi nuclei che formano l'abitato di Finale Ligure, un comune italiano situato in Liguria, in provincia di Savona. Un piccolo luogo che conta 2999 abitanti recensito ultimamente come uno dei borghi liguri più belli d'Italia.

COORDINATE GEOGRAFICHE

44° 10' 33.75' N, 8° 19' 43.97' E